lunedì, agosto 29, 2005

Romeo&Juliet


ROMEO
Ride delle cicatrici chi non e' mai stato ferito.
(In alto appare Giulietta.)
Ma, piano, quale luce erompe da quella finestra?
E' l'oriente, e Giulietta e' il sole!
Oh, sorgi bel sole, e uccidi la luna invidiosa che e' gia' malata e pallida di rabbia, perche' tu, sua ancella, di lei sei tanto piu' bella.
Non servirla piu', quell'invidiosa: la sua vestale porta il malsano costume verde indossato solo dai buffoni. Gettalo via!
Oh, se sapesse che e' la mia donna, il mio amore! Oh se lo sapesse!Ella parla, pur senza dire parola. Com'è mai possibile? Sono i suoi occhi a parlare, e io rispondero' loro. Sono troppo ardito. Non e' a me che parla. Due tra le stelle piu' luminose del cielo, dovendo assentarsi, supplicano i suoi occhi di voler brillare al loro posto sin che abbiano fatto ritorno. E se i suoi occhi fossero in quelle sfere, e le stelle sul suo volto? Le sue guance luminose farebbero allora vergognare quelle stelle, come il giorno fa impallidire la luce di una torcia. E i suoi occhi, in cielo, scorrerebbero nella regione dell'aria con un tale splendore che gli uccelli, credendo finita la notte, riprenderebbero a cantare. Guarda come appoggia la guancia alla sua mano: potessi essere io il guanto di quella mano, e poter così toccare quella guancia!
GIULIETTA
Ahime'!
ROMEO
Ma parla...Oh, di' ancora qualcosa, angelo splendente, cosi' glorioso in questa notte, lassu', sopra la mia testa, come un messaggero alato del cielo quando abbaglia gli occhi stupiti dei mortali, che si piegano all'indietro per guardarlo varcare le nubi che si gonfiano pigre, e alzare le vele nel grembo dell'aria.
GIULIETTA
Oh Romeo, Romeo, perche' sei tu Romeo? Rinnega tuo padre e rifiuta il tuo nome, oppure, se non vuoi, giura che sei mio e smettero' io d'essere una Capuleti.
ROMEO
Devo ascoltare ancora, o rispondere subito?
GIULIETTA
E solo il tuo nome che m'e' nemico, e tu sei te stesso anche senza chiamarti Montecchi. Cos'e' Montecchi? Non e' una mano, un piede, un braccio, un volto, o qualunque parte di un uomo. Prendi un altro nome! Cos'e' un nome? Cio' che chiamiamo rosa, con qualsiasi altro nome avrebbe lo stesso profumo, cosi' Romeo, se non si chiamasse piu' Romeo, conserverebbe quella cara perfezione che possiede anche senza quel nome. Romeo, getta via il tuo nome, che non e' parte di te, e al suo posto prendi tutta me stessa.
ROMEO
Ti prendo in parola. Chiamami amore e sara' il mio nuovo battesimo: ecco, non mi chiamo piu' Romeo.
GIULIETTA
Chi sei tu che cosi' avvolto nella notte inciampi nei miei pensieri?
ROMEO
Con un nome non so dirti chi sono: il mio nome, sacra creatura, mi è odioso in quanto tuo nemico. L'avessi qui scritto, strapperei la parola.
GIULIETTA
Ancora le mie orecchie non hanno bevuto cento parole della tua voce, e gia' ne riconoscono il suono. Non sei tu Romeo, un Montecchi?
ROMEO
Ne' Romeo ne' Montecchi, amor mio, se ti dispiacciono.
GIULIETTA
Dimmi come sei arrivato qui, e perche'? I muri del giardino sono alti, difficili da scalare,e questo posto, col nome che porti,significa morte per te, se mai ti trovassero.
ROMEO
Sulle ali leggere dell'amore ho superato queste mura: non ci sono limiti di pietra che possano impedire il passo all'amore, e cio' che l'amore puo' fare, l'amore osa tentarlo. Ecco perche' i tuoi parenti non mi possono fermare.
GIULIETTA
Se ti vedono ti uccideranno.
ROMEO
Ahime', c'e' piu' pericolo nei tuoi occhi che in venti delle loro spade. Guardami con dolcezza e saro' corazzato contro il loro odio.
GIULIETTA
Per tutto il mondo, non vorrei ti vedessero qui.
ROMEO
Ho il mantello della notte per nascondermi ai loro occhi, ma se tu non mi ami, lascia pure che mi trovino qui. Preferirei che la mia vita finisse per il loro odio che prorogare la morte senza il tuo amore.
GIULIETTA
Come hai fatto a scoprire questo luogo?
ROMEO
E' stato l'amore che per primo mi ha spinto a cercarlo. Lui mi ha prestato consiglio, io gli ho prestato i miei occhi. Non sono certo un pilota di nave, ma se tu fossi lontana da me quanto quella vasta spiaggia bagnata dal mare più lontano, io mi ci avventurerei per una merce così preziosa.
GIULIETTA
Sai che la maschera della notte e' sul mio viso, altrimenti un rossore verginale tingerebbe le mie guance per cio' che m'hai sentito dire stanotte. Davvero, vorrei rispettare le forme, davvero, davvero cancellare ciò che mi è uscito di bocca, ma ormai, addio cerimonie! Mi ami davvero? So che mi dirai di si' e che io ti credero'. E' vero, con il giuramento potresti provarmi il contrario; ma anche Giove si dice rida degli spergiuri d'amore.
Dolce Romeo, se mi ami dimmelo con lealtà; e se credi che io mi sia lasciata vincere troppo presto, mi faro' burbera e cattiva e ti respingero' perche' tu ti metta a corteggiarmi. Ma no, per nulla al mondo lo farei. Davvero, Montecchi mio caro, sono tanto innamorata che non m'importa di vederti giudicare leggera la mia condotta. Ma fidati di me, tu che sei un gentiluomo, e vedrai che sono piu' fedele di chi ha piu' astuzia e piu' riserbo. Sarei stata piu' riservata, lo confesso, se tu non avessi sentito, prima che io stessa me ne accorgessi, la mia passione. E allora perdonami, e non mi condannare se nel buio della notte ho in un baleno ceduto al tuo amore.
ROMEO
Madonna, io vi giuro sulla benedetta luna che inargenta le cime di questi melograni...
GIULIETTA
Oh no, non giurare sulla luna, sull'incostante luna che ogni mese si muta, a meno che il tuo amore sia altrettanto mutevole.
ROMEO
Su che cosa devo giurare?
GIULIETTA
Non giurare affatto o, se vuoi, giura su te stesso, divino signore della mia idolatria, e subito ti credero'.
ROMEO
Se il caro bene del mio cuore...

GIULIETTA
No, non giurare benche' tu sia la mia gioia io non riesco a gioire del patto d'amore che ci lega stasera, e' troppo rapido, troppo improvviso, troppo violento, troppo simile al fulmine che passa prima che si sia potuto dire "Fulmina!". Dolcezza mia, buonanotte. Questo boccio d'amore si maturera' nel soffio dell'estate e forse, quando ci ritroveremo, sarà uno splendido fiore.
Buonanotte, buonanotte! il riposo e la pace che scenderanno nel tuo cuore siano soavi come quelli che sono nel mio petto.
ROMEO
Vuoi lasciarmi così insoddisfatto?
GIULIETTA
E quale soddisfazione potresti avere stasera?
ROMEO
Quella di udirti ricambiare il mio voto d'amore.
GIULIETTA
Il mio voto te l'ho dato prima che tu me l'abbia chiesto eppure vorrei avere ancora da pronunciarlo.
ROMEO
Vorresti rinnegarlo? E perche', amore?
GIULIETTA
Per essere generosa e potertelo ridare. Ma io desidero solo quello che gia' ho. La mia generosita' e' come il mare e non ha confini, e il mio amore e' altrettanto profondo: ambedue sono infiniti e cosi' piu' do' a te e piu' ho per me.
(La Nutrice chiama dall'interno.)
Odo voci in casa. Addio, amore caro! Vengo, balia.
Dolce Montecchi, sii fedele. Aspettami costi', torno subito.
(Si ritira.)
ROMEO
Benedetta, benedetta notte! Ho paura, poi che e' notte, che tutto questo sia solo un sogno, troppo dolce e lusinghiero per essere vero.
(Giulietta si riaffaccia alla finestra.)
GIULIETTA
Tre parole, caro Romeo, e buonanotte per davvero. Se sei disposto ad amarmi con onore e se il tuo scopo e' di sposarmi, mandami a dire, domani, da chi incarichero' di venire da te, dove e a che ora vuoi celebrare il rito, e io mettero' ai tuoi piedi tutti i miei beni e ti seguiro', mio signore, per tutta la vita;
NUTRICE (da dentro)
Madonna!
GIULIETTA
Vengo subito... Ma se le tue intenzioni non sono buone, io ti scongiuro...
NUTRICE (da dentro)
Madonna!
GIULIETTA
Eccomi, vengo... di smettere la tua corte e di lasciarmi al mio dolore. Domattina mandero' da te.
ROMEO
Dio salvi l'anima mia...
GIULIETTA
Mille volte buonanotte!
(Esce.)
ROMEO
Mille volte cattiva, nel desiderio della tua luce. L'amore corre all'amore con la gioia con cui gli scolari fuggono dai libri; e l'amore fugge dall'amore con il mesto sguardo con cui lo scolaro corre alla scuola.
(Si allontana.)
(Giulietta torna ad affacciarsi alla finestra.)
GIULIETTA
Senti, Romeo, senti! Oh, se avessi la voce d'un falconiere per adescare questo falchetto! La voce di chi e' schiavo e' fioca e non puo' parlar forte, se no squarcerei la caverna dove si cela l'eco e pel gran ripetere il nome del mio Romeo renderei quell'aerea voce piu' roca della mia. Romeo!
ROMEO
E' l'anima mia che pronuncia il mio nome cosi': la voce degli amanti nella notte e' argentea come la piu' dolce delle musiche.
GIULIETTA
Romeo!
ROMEO
Cara!
GIULIETTA
A che ora, domattina, posso mandare da te?
ROMEO
Alle nove.
GIULIETTA
Non manchero': han da passare vent'anni per arrivare a quell'ora. Non mi ricordo piu' perche' t'ho richiamato.
ROMEO
Lasciami aspettare che tu te lo rammenti.
GIULIETTA
Lo dimentichero' per vederti ancora costa', e ricordero' solo come io goda la tua compagnia.
ROMEO
E io ci rimarro' perche' tu continui a dimenticare, dimenticando ogni luogo che non sia questo.
GIULIETTA
E' quasi giorno; vorrei tu te ne fossi andato ma non piu' lontano d'un fringuello che balzi via dalla mano di una lieta ragazzetta, come un povero prigioniero fuori dalle sue catene, e che ella, gelosa di quella liberta', riconduca a se' con un filo di seta.
ROMEO
Vorrei essere io il tuo prigioniero.
GIULIETTA
E cosi' vorrei io, dolcezza mia, ma ti finirei per le molte carezze. Buonanotte, buonanotte! Lasciarti e' un dolore cosi' dolce che vorrei dir buonanotte finche' fosse giorno.
ROMEO
Sonno agli occhi tuoi, pace al tuo cuore! Vorrei essere io il tuo sonno e la tua pace. Adesso vado alla cella del mio confessore a chiedergli aiuto e a confidargli la mia fortuna.
(Esce.)