venerdì, agosto 26, 2005

Il colore del grano


"...in quel momento apparve la volpe: "Buon giorno".
"Buon giorno" disse gentilmente il piccolo principe voltandosi: ma non vide nessuno.
"Sono qui", disse la voce, "...sotto il melo".
"Chi sei?" chiese il piccolo principe.
"Sono una volpe", disse la volpe.
"Vieni a giocare con me?", le propose il piccolo principe "sono cosi' triste...".
"Non posso giocare con te", disse la volpe, "non sono addomesticata".
"Ah, scusa!", fece il piccolo principe. "Che cosa vuol dire addomesticare?"
"E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami".
"Creare di legami?".
"Certo",disse la volpe, "tu, fino ad ora, per me non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io saro' per te unica al mondo. (...) Se tu mi addomestichi la mia vita sara' come illuminata. Conoscero' un rumore di passi che sara' diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo mi fara' uscire dalla tana come una musica. E poi guarda! Vedi laggiu' in fondo dei campi di grano? Io non mangio il pane, e per me il grano e' inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo e' triste! Ma tu hai i capelli color dell'oro. Allora sara' meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano che e' dorato, mi fara' pensare a te. E amero' il rumore del vento nel grano..."
La volpe tacque e guardo' a lungo il piccolo principe: "Per favore ... addomesticami", disse.
"Volentieri, che bisogna fare?", domando' il piccolo principe.
"Bisogna essere molto pazienti",rispose la volpe. "In principio tu ti siederai un po' lontano da me, cosi', nell'erba. Io ti guardero' con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' piu' vicino...".
Il piccolo principe ritorno' l'indomani.
"Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe. "Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincio ad essere felice. Col passare dell'ora aumentera' la mia felicita'! Ma se tu vieni non si sa quando, io non sapro' mai a che ora prepararmi il cuore... ci vogliono i riti".
"Che cos'e'? un rito?", disse il piccolo principe.
"Anche questa e' una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe."E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore" (...)
Cosi' il piccolo principe addomestico' la volpe, e quando l'ora della partenza del piccolo principe fu vicina: "Ah!", disse la volpe, "... piangero'".
"La colpa e' tua", disse il piccolo principe, "io non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi e che diventassimo amici...".
"E' vero", disse la volpe.
"Ma sapevi che avresti pianto!", disse il piccolo principe. "Certo", disse la volpe. "Ma allora che ci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".